domenica 29 novembre 2009

Scontato. quasi a saldo...

Vicino a me. Troppo vicino.

Troppo per cosa, mi chiedo.

il tuo respiro sulla mia pelle che rabbrividisce.
la mia voglia farsi a poco, a poco incontenibile.
il calore del tuo corpo ingenuo. ancora troppo vicino.

Annoda strette queste mie mani.
Allontanati.
Resta.

Non so capire neppure se è vero che voglia sfuggirti.

Le tue dita leggere sulle mie labbra.
Il respiro mi muore in gola.

I miei occhi chissà cosa vogliono dire.
Increduli cercano solo il tuo viso.
ed allora baciarti non basta...

Più vicino. troppo vicino per lasciarti andare...

sabato 28 novembre 2009

Oceano Mare.

La prima cosa è il mio nome la seconda quegli occhi.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è carne.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide.

Baricco, amore mio, tu si che ci sai fare...
nella mia testa c'è un così nebbioso casino che fatico a sentire ciò che io stessa pensi...
ammesso che ci sia.
Leggere è proprio un'arma a doppio taglio...

venerdì 27 novembre 2009

Stamattina...

Mattina.
Una splendida mattina primaverile. E' novembre.
E' novembre ed io ho il giubbino sbottonato e la sciarpa in borsa.
In fondo alla strada, due musicisti suonano un pezzo jazz. mi piace.
Arrivo davanti a scuola e nell'attesa di D. mi siedo sul gradino della banca, sul lato opposto della strada.
Aspetto.
Aspetto ancora.
Continuo ad aspettare quando mi ricordo di cos'abbia in borsa.
Il taccuino parigino. Quello con la carta dall'odore strano.
Ho fatto bene a prenderlo, penso.
Lo apro, lo sfoglio, non mi piace quello che c'è sopra... allora sfoglio veloce fino al punto con le pagine nuove.
Mi perdo in quello che disegno, forse è più corretto: in quello che vorrei saper disegnare ...

Credo nei segni del destino? non sono superstiziosa o scaramantica ma l'esistenza del caso, per una come me, è difficile da concepire... quindi la risposta è si.

Il mio schizzo segue le linee dei miei pensieri, è tecnicamente inguardabile ma è segnato dal sentimento, o almeno così mi piace pensare...
Un uomo cammina, vedo che mi osserva, la mia matita si fa esitante.
L'uomo non si accorge e prosegue, io riprendo il tratto.
No, l'uomo torna e si avvicina serio .
Stai a vedere che adesso mi dice che qui non ci si può sedere perchè noi dei corsi del fumetto lo facciamo e lasciamo le cicche e il degrado del centro, della città, dell'umanità è colpa nostra che siamo giovanidissoluti e senza radici, buoni solo a fare baldoria... penso. e quasi mi sto per scusare.
Lui prima di me...

- Excuse-moi, je peux prendre une photo?

Ho dormito poco, magari ho sentito male.
L'uomo vede il mio viso sconcertato e ripete.

Un timido oui .
Continuo a disegnare.
Un paio di click e l'uomo se ne va.
Il ritmo si fa blues.
Alzo gli occhi, seguo un pensiero. Sorrido.

Non è un film. penso, mentre aspetto ancora un po'.

Questione di sfumature, la scala di grigi...

Troppo sole stamattina! troppo troppo sole!
L'indicibile mi preme sulle tempie.
M. dorme ancora un po'.
Tre ore di sonno sono poche, alle otto, vuoi per il sole o per chissà cos'altro, già ero nel mondo degli svegli. si fa per dire.
Anche M. era sveglia, ha continuato ad esserlo per un po'.
Si sono toccati livelli filosofici non sottovalutabili.
Mi si sovrappongono flash, ricordi, pensieri. Ora, così, tutti insieme. Troppi.
Come nel momento in cui devi consultare quel file che puntualmente, data la dimensione, impalla il computer per delle mezz'ore...si, ho un pc scassone <3
Impedirò che a me riaccada la medesima cosa.
Prima che mi si fonda la materia grigia, l'unica cosa che mi vale la pena di ricordare
è che la vita è bella. comunque bella.
In ogni occasione, se pur piccola, insignificante, ben celata piuttosto che limpida.
Finché si percepisce quel "che" sotto la realtà. Quel "che" che ti rende maledettamente differente da coloro che non sanno vederlo.
Non senso mattutino? può darsi, questo ventisette novembre mi trova strana.
Tutto per dire che, malgrado abbia centomila cose -anche noiose- da fare, questa giornata non parte certo grigia come questo cielo nebbioso...
Multicolor com'è giusto che sia.

giovedì 26 novembre 2009

M., me, musica leggera si sfuma nell'aria, il sapore dolce del vino bianco scende giù per la gola, una risata, qualche giravolta, qualche posa sexy che si scioglie nell'allegria di una serata di fine novembre...
Le ragazze, appena disinibite, dopo un po' d'alchool...beh sono proprio belle!
E fanno fatica a scrivere su i tasti neri di una tastiera made in taiwan...
Incominciano i primi vaneggiamenti, l'equilibrio vacilla un pochino, M. canta, io scrivo, ancora!
Riscrivo la stessa parola tre volte, c'è sempre una lettera che non azzecco...e questo è male!
M. è giudiziosa. forse...

domenica 22 novembre 2009

In senso lato...

Poso il mio sguardo sulla storia che mi racconta il tuo viso, lusingato da questa flebile luce di luna.
Ogni silenzio trascina il fascino in desiderio.
Vorrei spogliarti di quel velo ingenuo, accarezzare il tuo corpo nudo fino alla verità inconfessata.
E' facile perdersi in quel tuo sorriso sospeso. Facile quanto rischioso.

Non ci si dovrebbe dimenticare del "così così" dopo il "chi si accontenta gode..."

Ho letto il giornale oggi.
Mi sono intristita. Il livello di incupimento della mia radiosa anima ha toccato i picchi più alti.
Che tristezza. Che amarezza.
Sembra un lusso decedere per vecchiaia!
Forse lo è. Forse siamo riusciti a contenere tanto guerre ed epidemie, che la nuova forma di selezione naturale è la follia malvagia della gente.
Forse no, forse è tutto negl'ormoni che stanno nelle bistecchine della coop.
Non lo so ma ho ancora i brividi.
Mi sono ricordata perchè, la maggior parte delle volte, leggo solo determinate sezioni del giornale.
Ma non mi è mai piaciuto "non sapere"...
So una cosa ma è brutta, non ti piacerà, vuoi che te la dica? sicura?
Sempre si. Poi ho passato interminabili lacrimosissime ore ma avrei potuto rispondere soltanto si.
Quindi non rifuggo la realtà, piuttosto me la concedo a piccole dosi, un po' alla volta, finchè non sarò tanto brava da capirne il senso o tanto potente da poterne mutare il corso.
Nel mio piccolo insignificante, è comunque giusto che faccia del mio meglio.
Così è stato e continuerà ad essere...

Spostando l'attenzione su leggere frivolezze, ieri sera tra Pan di Stelle e bicchieri strategicamente occultati, la serata ha avuto un suo perchè, sebbene sia finita anzitempo a causa dei carroattrezzi disseminati per il centro.
Il dopocena del compleanno di Nura(la mia animosamica preferita) mi ricorda una vignetta.
" delle gran canne..." identico entusiasmo.
ma la faccenda non mi riguarda, io sono l'occhio divertito che raccoglie informazioni che si sovrappongono nell'attesa di essere utili...

In questi giorni disegno tanto. non si vede dai risultati pietosi ma il mio braccio duole.
Il mio trapezio è insensibile al tatto. massaggino?

Ultime nuove dal fronte?
Definiti i gruppi di lavorazione @Storytelling...
Essendo tre gruppi, avevo fatto un veloce calcolo di probabilità per cui, per forza di cose, sarei finita con uno dei tre soggetti.
Dio, il mio amatissimo Dio, ha avuto pietà di me e mi ha donato una doppia fortuna.
S. è tra le mie compagne, il che dopo le disavventure dell'ora prima, è stata veramente una gioia!
Altro colpo di fortuna è stato il capogruppo sotto cui sono capitata. M.

Per quanto riguarda il Giobba, beh mi viene in mente una frase di andreotti che diceva " a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre..."
Appunto. Il quasi in questo caso non serve.
Nella lunga pausa tra le lezioni, tenevo stretto tra le mie mani Sfar.
Il maledetto ha posato la sua grezza attenzione sul volume che tenevo dolcemente.
E' stata la fine della mia serenità d'animo.
Immotivatamente, espressioni di disgusto sono comparse sulla sua brutta faccia ed una serie di raggelanti affermazioni l'hanno seguite.
Già l'ira funesta scorreva nelle mie vene sottopelle.
Ho contato fino a trentacinque.
Non è servito.
Si è intavolata una discussione che, fosse dipeso da me e non dal diplomatico buon senso, si sarebbe conclusa con G. impalato da una motosega, con accanto tutte le illustrazioni di simone bianchi.
Odio gli arroganti. Odio i presuntuosi che non hanno le carte in regola per esserlo.
Odio i pregiudizi kantianamente a priori.
Ha paragonato il piccolo capolavoro che avevo tra le mie mani ad un'ammasso di cartacce da quattro soldi.
come ha potuto?! come?!
Come dice M., ci sarà sempre gente che sosterrà che l'arte sequenziale non sia arte...
C'è talmete tanta gente che sragiona che piuttosto che abbandonarmi alla bile nera, respiro profondamente e medito voltando le spalle.
In fin dei conti, io , so bene quale genere di persona mi interessi, so bene da chi desideri consensi.
G. non tocca nessuna "categoria" che mi attragga.
non è nemmeno un "disprezzo ma compro"
Repulsione totale. Disapprovo l'impostazione del suo cervello bacato.
Attendo la rivalsa.

giovedì 19 novembre 2009

Volevo scrivere il sottotesto...

In attesa dell'arrivo della mia amatissima consorte "ho da narrare l'evento d'oggi"Partiamo dall'inizio? no, che balls...vero? vabè un piccolo rewinde...
...One year ago...

"oh, G. , fanno un corso di fumetto accanto a casa, ti interessa?ti ho stampato le info!""ah, mettilo lì che dopo lo guardo!"

...5 minutes later...

"mhm...mi potrebbe interessare..."

Il resto è storia, una meravigliosissima storia.
Una gudStory!
Un post su questo non l'ho mai scritto.
Forse perchè tutto quello che è successo od è cambiato in me e fuori di me, grazie ed attraverso quello che, per i più, è soltanto un corso di fumetto, è troppo grande e troppo bello per essere scritto da una che non sia Dante.
Ho esagerato? no .Il fatto è che si tratta di un groviglio così profondamente mio...
(ed ecco che anche le mie frasi diventano nervose e prive di sintassi )
Prima che mi commuova o che il mio incarnato passi dal bianco marmoreo al rosso mela stregata, cambiamo sessione temporale...
Oggi dopo un anno dinuovo lì. non potrei essere più felice, sebbene possa non sembrarlo...C'erano tutti! Dai mangofili integralisti ai lettori indipendenti, senza dimenticarsi dei marveliani e poi me . Numerosi, vicini , gomito a gomito.
La prima parola che si è trasformata in disegno è stata "cassonetto" . si commenta da sé.Si comunque c'era la stessa bella essenza dei giovedì sera dello scorso inverno. mi piace. mi piaceva, mi ripiace e mi ripiacerà quanto più possibile vicino a sempre;)

Sarà che non riesco a non guardare questo sottoponte senza risentirmi immensamente grata?
Sarà perchè rivedere questi adorati maestri in veste ufficiale fa sempre effetto?
Saranno queste od altri strani mix di casualità e combinazioni ben assortite , fatto sta che "lo sento dentro"Ma non voglio sciogliermi in sentimentalismi che la serata si presta anche troppo!

Come di consueto lascio i link dei miei splendidi "insegnatori"
Mastro Pagliaro http://premiataofficinapagliaro.blogspot.com/
C. Lorenzo Pancini http://www.studiokmzero.com/

...

But I remember you...

Oggi è la giornata dei ritrovamenti archeologici!
Dalla raccolta dei GooGooDolls al taccuino delle citazioni.
Soprattutto del taccuino delle citazioni!
Ecco, capita di trovare belle frasi tra le righe di un libro, nei testi di qualche canzone, tra le parole dette da qualcuno...un tempo le appuntavo su di un piccolissimo quadernino.
più intimo e segreto del mio stesso diario.
Ne avevo perse le tracce ed ora eccolo qui, ancora una volta tra le mie mani!
Quindi mentre premo play e mi faccio cullare dalle strafamossissime note di Iris,
ripercorro i miei innamoramenti di lettera.

p.s. c'era un motivo per cui amavo Italo C. così tanto...

ed a proposito, lascio questa :

Ci si mette a scrivere di lena, ma c'è un'ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto.
Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia. Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po' d'ansiosa incosciente giovinezza.
Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali.
Che ci si salvi l'anima scrivendo non è detto.
Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa.

mercoledì 18 novembre 2009

Chianti, come sempre...

La serata è andata bene, mi dicevo...
Ero così nervosa. Non mi aveva promesso niente, era per me che la situazione non era chiara, però tutto è filato liscio.
Certo se magari non fossi arrossita in modo tanto evidente non appena l'ho visto...
Forse siamo davvero solo amici, forse non c'è qualcosa in più. Ma si!
Per poi tornare, con lo sguardo attento a seguire il discorso segretamente interrotto.
Di quante cose abbiamo parlato! La sua casa, i miei lavori, le sue storie, il suo garage, la mia strada, la mia gatta, la sua amica e poi chissà, già le parole si sovrappongono, già è tutto un po', un ricordo leggermente appannato dal vino fermo di stasera...
A due passi da casa, non vedevo l'ora di aprire la porta, richiuderla e togliermi questo vestito tanto grazioso quanto scomodo.
Sentivo quella lieve delusione tipica delle serate per cui negherai in eterno di aver nutrito qualunque aspettativa...
" Ecco, siamo arrivati..." lo interruppi.
"Ah, si..."
" E' stata una bella serata... di cui non ho capito il senso, comunque... grazie!"
" Si, sono stato bene anche io. Allora Buonanotte!"
Mi ha baciata sulle guance, ha quasi provato a stringermi la mano.
Se mi dava il bacio sulla fronte almeno c'era qualcosa di divertente da raccontare.
Eppure io la scintilla l'avevo sentita, c'era stata. Come ha fatto a venir fuori una serata così negata? Forse l'ho immaginata io questa scintilla, forse era un fuoco fatuo...
l'ho ricomprato l'affogato al caffé? speriamo di si...già poi stasera danno le repliche di Allie McBeal.
"Buonanotte!"
Sorrido giusto per il congedo, tiro fuori dalla borsa le chiavi, il portachiavi è sempre bello, ogni volta mi strappa un sorriso estivo, do il giro alla chiave, sto per entrare ma non posso.
" R. aspetta!"
Scesi con frettolosa e fortunata attenzione quei quattro gradini, in un secondo veloce ero proprio davanti a lui e, detto fra noi, non avevo un piano.
R. aspetta cosa? perchè? ci vuole un'idea. istantanea e geniale.
il vuoto, zero pensieri.
"Si?"risponde sorpreso...
Perchè mi caccio sempre in queste situazioni dannatamente imbarazzanti e gratuite! e ora?
" Io, io devo...dovrei...nel senso...io volevo...posso darti un bacio?"
Prima che rispondesse, forse per la superficiale tensione del momento, incorniciai celere il suo viso tra le mie mani e lo baciai...
breve.
"non hai atteso il mio consenso."
Imbarazzata, mortificata e leggermente divertita.
Prima che potessi pronunciare la scusa che avevo sulle labbra, mi strinse a sé e mi fece capire che forse quella serata valeva la pena del vestito non comodo...
Intenso. Bello.
"Vuoi salire?" pensavo...
mentre deglutivo il rosso fermo e lui parlava del suo garage...

Non proprio al fronte, non proprio appuntato su una scatola di fiammiferi ma quest'immenso illumina ancora...

Irish music. ancora.
E' un vizio che fatico a sciogliere e dimenticare!
Il sole impallidito da queste cotonate nuvole mi si posa, bianco, sul viso.
L'aria è fresca e punge appena e questo violino irlandese colora questa stanza dal soffitto spiovente.
Mattina magica, leggermente malinconica ma di quel malinconico che serve per vivere a pieno, per accorgersi.
Caffé. Il primo, il più necessario.

-Buongiorno Mondo! Sono felice di vederti!-
-Buongiorno a te, piccola creatura!-
-Ti amo! Oggi, ti amo!-
-Ti amo anche io...-

Meglio sorridergli finchè il sorriso è di cuore e salutarlo prima che mi sovvenga perchè ho sottolineato "oggi".

domenica 15 novembre 2009

Note veloci

La vita mi ha distratta, avevo così tante cose da fare che il mio piccolo amore di Blog è stato messo in ombra.

" Scusa Blog, non lo farò più! Scusa ancora!"


Che c'è da dire di questi giorni in cui non vi ho aggiornati sulle mie interessantissime vicende?
Posta così, la risposta automatica è anche troppo scontata ;)


Oggi, oggi ho passato fruttuose(?) ore ad imitare pose di Dita, aldilà dell'obbiettivo di Tom.
Qualche bustino, i guanti, le calze troppo fini e le cerniere che scendono irrimediabilmente, oltre alla ciocca di capelli che a tutti i costi mi scivolaca sul viso, mi hanno amabilmente accopagnata!


Ieri, eh, ieri sono stata ad un compleanno ma non ad uno qualunque, a quello del mio unico piccolo amore di cuginetto: Dam, +7 .
E mentre mangiucchiavo i troiai tipici dell'occasione, ho preso atto della mia attuale e futura condizione. (rima? bleah...)
Da quando scrivo per raccontare, da quando disegno per dire, la mia figura nella vita vera è vagamente simile a quella di un'autistica asociale(persino vagamente dissociata)
ma mi spiego meglio!
Gli spicchi di realtà a cui partecipo non mi appaiono più come prima ma sottoforma di sceneggiati, buffe, inquietanti, assurde e strane accozzaglie di esseri umani ignari di essere sotto l'osservazione curiosa del mio occhio indiscretamente divertito.
In pratica, da quando ho scelto questa via di perdizione e panico da mayonese sono diventata una specie di "guardona" della realtà...bello eh! comunque trovo il modo di sfruttare anche situazioni che tendono al noioso andante...
annotazione: certe bambine sono insopportabili! alla faccia della visione angelica e buonista con cui la collettività ammanta i pargoli! piccole streghette smorfiose! e poi l'ultimo succhino alla ciliegia era mio! ovvìa...;(

Dimenticavo qualche nota sul corso di StoryTellingII°!!!
Tutto fila liscio! Ho ritrovato Matteo che avevo conosciuto al workshop! un intellettuale stracolto, inventore di storie che non posso evitare di apprezzare ed utilizzatore estremo della GiPi-pen!
Abbiamo scelto la storia su cui lavorare(io in verità avevo optato per un'altra) anche se la cosa mi inquieta leggermente.
Come i vari mutanti causa kryptonite, il protagonista di questa storiella si trova a sniffare un pulviscolo (una striscia) di meteorite che gli permetterà di entrare anche fisicamente(non fatemi domande che non è stato un mio vaneggiamento;)) nei pensieri delle persone semplicemente "sniffandole"...
il punto inquietante arriva adesso:
dopo aver incontrato svariate persone, lo scrittore della storia ha esplicitato che il tipo incontra me. me. me! entra in una mia storia e ci rimane intrappolato causa starnuto( espulsione e smarrimento pulviscolo)
non è agghiacciante? Quando l'autore di questo trip, che tra le altre cose porta il nome del mio gatto( il che rende il tutto decisamente meno serio), ha cominciato ad indicarmi dicendo " lei, proprio lei è nella mia storia" davvero non sapevo che faccino assumere...O_O"
forse dovrei solo essere lusingata. forse. ma anche no...
Ma non ho ancora detto degli intessanti sviluppi sull'osservazione dei 3 elementi...
la vita è molto più interessante di un telefilm, ribadisco.
Il G. è veramente un idiota. non c'è storia, come avrebbe detto Cassuto " non c'è trippa per gatti".
Forse il punto di svolta si sta preparando a sorprendermi ma...sono scettica.
Il vero gossip è un altro.
Diciamo che ho scoperto il legame che annoda l'U. e S. e che, dopo la presentazione di una storia molto molto molto carina, S. è rimasta S. ma sta entrando nelle mie simpatie!!
Fa brutto descrivere i punti emotivi inavvertitamente scoperti attraverso le dinamiche di interazione delle persone, giusto? sono cose che non si dicono, giusto?
Quindi basta guardare U. come una cavia di laboratorio, giusto? che fatica...
Però posso sempre concentrarmi ad infamare il G...giusto?
Odio il mio spirito buono. odio semplicemente.

e per stasera basta scrivere diari che il mio nuovo raccontino reclama le mie attenzioni!

martedì 10 novembre 2009

Appena oltre quanto potrei dire di un pensiero...

la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto...

Il mio corpo liscio, la mia pelle chiara sotto cui si snodano le mie lunghe ossa, uno strano silenzio.
Ci sono le tue mani sole. Non voglio altro che le tue mani.
Delicate e forti, decise e vagamente incerte. ti affido me.
Innegabilmente tua sotto quei sentieri che descrivi con la punta delle dita...

lunedì 9 novembre 2009

Compromessi...(?)

Cosa ti chiedo? niente ma devo avvertirti.
Sono una dallo sdegno facile...il limite della mia pazienza è stretto.
Se ciò che vuoi porta il mio nome, resta.
Se ciò che vuoi lo stai guardando adesso negl'occhi, non lasciarmi andare.
Questa porta è proprio il confine.
Prendimi ora e sarò tua per sempre.
Esci e non mi rivedrai.

la porta sbatté.

domenica 8 novembre 2009

Ascolta. Piove.

Piove, si che piove oggi...
la prima cosa che mi è venuta in mente stamattina, subito dopo essermi liberata del pericolo cecità, è nata alzando lo sguardo verso la pioggia sulla finestra. non sono pazza, ho la finestra sul tetto.
Mi è venuto in mente D'Annunzio e la ultraceleberrima Pioggia nel Pineto...
ho alzato le mie membra e ho fatto riemergere la mia bellissima antologia personale dalla libreria accanto al letto.
Sguardo attento, il dito che scorre sull'indice e dopo qualche secondo di sfogliante attesa, eccola lì.
Da lì, il senso della mia giornata, ogni pausa dal ripasso dell'Antigone, l'ho dedicata alla mia raccolta.
Leggere è bello, leggere cose belle lo è di più.
Tutto questo premettere per giustificare l'inserimento di un pezzettino del mio mondo d'autori, pagine e libri consunti...lo sfigamondo mi accoglie a braccia aperte!


Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

Jacques Prévert,
Paris at night.

venerdì 6 novembre 2009

Per sceneggiare una puntata di futurama quanti sceneggiatori servono? 14. agghiacciante.

la realtà vera, quella che vivi, che respiri ogni singolo giorno, in un momento, ti obbliga a guardarla negl'occhi.
lì, difronte a questo flusso inesorabile di presente in corsa, non puoi far altro che vivere.
vivere il momento. poi la nuova compagnia. i dubbi.
ma cos'ho fatto fin'ora? ho sprecato il mio tempo...mi sono preso in giro da me...ho fatto tutto io....che accidenti avevo per la testa? che diavolo pensavo di fare?etc...
dunque un bivio, l'ennesimo. se le cose sorprendono in qualche modo le proprie aspettative, e la cosa non va secondo i piani, o è sbagliato il fine o il mezzo. io dico il mezzo. troppo facile puntare il dito sul fine. è la tecnica che va riappuntata. il fine però dev'essere certo.

ma a parte questa parentesi riflessiva di oggi....

Stamattina ho aperto gli occhi ed intorno a me non c'era la mia legnosa camera ma la splendida stanza da letto della mia dolce metà, M.
Ameno soggiorno, come al solito, turbato soltanto da un orribile insettaccio maleficaccio il cui unico desiderio era quello di renderci impossibile il vivere. problema gettato fuori dalla finestra insieme a vari fogli di carta utilizzati per catturarlo...
Tralasciando volutamente il traumatico incontro con il peggiore maniaco angosciante e decisamente molesto del pomeriggio, è stata la mia prima giornata di lezione di StoryTelling, writers' room II°....se la domanda è "ma hai fatto già il I° corso?" la risposta è no ma ho simpatiche ragioni per frequentare. mi hanno invitata, c'era ancora posto, ho tempo da dedicargli, imparo in fretta e non rompo le scatole. ecco. a proposito di rompiscatole-per non dire altro, s'intende-a questa serie di lezioni ci sono 3, non uno, non due bensì proprio e numerosamente 3 individui che mettono a dura prova la mia tolleranza già parca.
In realtà le presone mi stanno anche simpatiche, sono strane bestioline in cui mi diverto a trovare il lato buono, quello che vale la pena e da cui posso trarre retti insegnamenti o, talvolta, esempi da non imitare...ma questi 3 sono insopportabili, il lato buono è troppo ben celato.
elemento uno che chiamerò Il Giobba.
Il Giobba ha un accento strano, legge fumetti americani, non gli interessa la storia, l'importante è che ci siano "le botte" e fiumi di sangue. Ama farsi notare, fa rumore quando si sposta, quando entra nelle stanze quasi incita la folla. inventa storie odiose, banali e se c'è una cosa ancor più odiosa delle sue trame scadenti è l'opinione che lui ha di esse: Perfette. Le migliori mai genrate. ma vaffanculo. io sono piena di difetti ma ho un io pensante che non può esimersi dal giudicare. queste cose le ho pensate e non dirle non mi renderà una persona migliore. sono una persona orribile, bene, pace. se Il Giobba farà qualcosa che non mi colpirà in negativo, non mancherò dal farlo presente ma fino ad allora, rimane un grezzo,egocentrico, esibizionista presuntuoso e saccente compagno del mio corso.
gli altri due elementi sono ancor peggiori del Giobba- per quanto assurdo possa sembrare-
sono una coppia, non so di che genere, comunque agiscono insieme. lui lo chiamerò L'Unto e lei sarà la Scema ( da non confondersi con l'altra Scema di cui ancora non ho mai parlato...appunto...)
L'Unto è un ragazzo,ha qualche anno in più di me e qualche decina di cm in meno. porta i capelli dietro le orecchie. sciolti. la sua chioma è l'origine del soprannome. all'interno della coppia U-S lui è il cervello, e già a questo punto comincio a preoccuparmi. è il tramite tra la Scema ed il mondo, perchè la Scema non parla ad alta voce quando deve dire qualcosa che la riguarda. Entrambi fanno i simpatici, a loro modo, a loro soli chiaro.
La Scema parla costantemente. una di quelle persone che tiene la voce sul tono "risata vuota" qualunque cosa dica...ihihihih non ho letto watchman...ihihiihihhai usato il lapiiiiis....ihihihihih che bella idea.....ihihihihhihi è successa una tragedia....iihihiihihihi...un falsetto ridente ininterrotto.
Altra cosa, la S. deve commentare tutto. a voce alta naturalmente...però dalla ingenuità disarmante delle sue parole, più che maleducata penso sia piuttosto in-educata...bah teorie!
Fortunatamente c'è anche gente che attrae la mia attenzione positivamente. un ragazzo rasta, una ragazza col turbante, una con gli occhiali e la ragazzache ha lo stesso viso della mia vecchia bambolina lego. impressionante. identica.

"ma come faccio a scrivere una canzone nuova? le note sempre sette sono!"

" intanto le note sono 12..."

martedì 3 novembre 2009

come si trasforma una storia da 7087 caratteri in una da 30000?

si accettano suggerimenti su come e dove ampliare...niente roba splutter;(
che già questo tema inquietante mi ha messa in croce...

L’aria è fredda. Di quel freddo denso che già profuma d’inverno. La sera è calata ed io, come sarebbe consono alle brave ragazze, a quest’ora dovrei essere a casa.
Pungo l’asfalto coi miei tacchi aguzzi da almeno due ore, i miei pensieri sono diventati tanto ingombranti da rendermi difficoltoso persino respirare aria fresca a novembre.
Cammino nel tentativo di farli fluire in un corso più logico. Vano tentativo.
La mia immagine si specchia in una lucida vetrina, mi soffermo e poso il mio sguardo non sui cosmetici reclamati ma sul mio viso che appare evanescente.
Pallida, pallida e stanca. Non ho mai avuto occhiaie tanto profonde.
Dalla mia pelle vetrina traspare persino il leggero sentiero verde bluastro delle vene. Decisamente non ho un bell’aspetto ma tirando un po’ su la sciarpa posso mascherarlo. Anche se, in fin dei conti, non mi interessa.
Continuo a camminare e, alzando gli occhi arrossati, vedo il ponte.
Mi avvicino, sfilo la mia mano dal guanto e la faccio scorrere sulla gelida e ferrosa ringhiera. Le luci dei lampioni e delle vetrine scintillano malinconiche, riflesse in quest’acqua nera più del petrolio.
Mi siedo sulla solita panchina e quel languore che mi consuma prende forma e diventa un ricordo.
Rivedo me nella mia primavera, coi capelli dorati mossi dal vento, rivedo lui, bello come il sole, il mio sole, regalarmi sorrisi radiosi e dolci parole. Rivedo questo ponte in un tiepido pomeriggio d’aprile ed un piccolo brivido si posa ancora sulle mie labbra.
Il cuore sembra stringersi a sé ma non posso smettere di ricordare. Ricordo le sue braccia stringermi forte in quel giorno triste, ricordo il suo sguardo gioioso, il suo incontenibile amore, ricordo ancora i momenti speciali ma a commuovermi sono gli schizzi di quotidiano passato.
Come le mattine a letto, con la camera piena di sole e profumo di caffè o prima di cena, quando si svuotava le tasche sul tavolino dell’ingresso e poi veniva da me a raccontare il meritevole della giornata.
Ho ancora voglia di lui. Non passa giorno in cui non mi manchi l’odore buono della sua pelle od il brillio dei suoi occhi scuri. Ho ancora voglia di lui ed anche solo ammetterlo graffia.
Rimetto la mia mano nel guanto e sento l’aria frizzarmi fredda nei polmoni. Cammino ancora, spinta dalle onde di questi nostalgici ricordi. Vedo la cabina telefonica all’angolo della strada, da quanto tempo non telefono da una cabina penso, da quanto tempo non sento la sua voce penso ancora, e prima di rendermene conto avevo già composto il suo numero.
Ogni squillo rende più stretto il mio nodo alla gola, dovrei riagganciare, non saprei che dire, non s...
-“Pronto”- la sua voce come un colpo ben assestato alla bocca dello stomaco. Quasi mi toglie il respiro.
-“sono io…”-
-“Giada, quanto tempo…come stai? ”-
-“sei solo?”-
-“come sempre a quest’ora…”-
-“davvero?”- bugiardo, perché non sei sincero con me, mi chiedo. L’ho vista salire centinaia di volte, l’ho vista coi miei occhi mentre nell’armadio c’erano ancora i miei vestiti, mentre in cucina c’era ancora la mia tazza rossa. Non sei sempre solo a quest’ora. Perché ti ostini tanto a mentirmi…
-“certo, ci sono io soltanto, chi altro dovrebbe esserci?”-
-“e il gatto? Stregatto dov’è?”-
-“ è scappato due settimane fa…scusami, non te lo avevo detto…”-
-“ah…che dispiacere.”-
-“ sai stavo cercando il modo…è molto che non parliamo…non sapevo come…ma cosa volevi? Perché hai chiamato?”-
-“ sono nelle vicinanze, va bene se passo a salutarti?”-
-“Giada…”-
-“ come una vecchia amica, nulla di più…”-
- “ ti aspetto allora…”-
-“a tra poco…”-

Il cuore mi batte ancora forte, sembra stia per esplodermi fuori dal petto. Questo però non deve vedersi, io devo sembrare indifferente. Cristo santo! Un po’ d’amor proprio l’avrò pur conservato in qualche angolo del mio spirito…e mentre mi ricompongo, mi accorgo di sapere già cosa fare, improvvisamente ma forse nemmeno in modo così inaspettato, già so come tutto finirà.
Affretto il passo, tengo una mano nella borsa e gioco con quella piccola lastra metallica. È così fine…
Vedendo il portone, d’istinto cerco le chiavi. Chiavi che non ho. Che non ho più. Anche suonare il campanello sembra un gesto inconsueto. Mi apre ed io salgo attenta i gradini. Sto per arrivare al secondo piano, vedo la luce filtrata dalla porta socchiusa, un passo indietro, che sto facendo, non è questo il posto per me…
-“Giada!”-
perché l’hai fatto? Non dovevi pronunciare il mio nome, non dovevi ricordartelo ancora…non dovevi mostrarmi che non so resisterti…
-“sono qui.”-
Mi invita ad entrare, le parole sono poche, il silenzio è denso, corposo, tangibile. Io sono così tranquilla. Giro lenta per il salotto, faccio scorrere la mano sulle mura, sulla libreria, sulle cose come quasi per salutarle, la pelle del guanto scivola meno facilmente, mi lascia posare un po’ di più il mio tocco. È quasi tutto come prima, c’è qualche dvd in più, qualche libro in meno ma il resto è al solito posto. Forse devo andarmene, lui mi lascia fare, il suo sguardo è curioso e comprensivo, non è questo che voglio. Devo andare via. Mi volto verso di lui e mentre sto per salutarlo vedo una morbida sciarpa rosa. Un indiscutibile segno di lei. E d’improvviso saltano all’occhio milleuno dettagli della sua presenza. Sullo scaffale, sul tavolino, accanto alla porta…
La pietà non acquieta gli animi.
Mi faccio dolce, inerme, tenera.
-“sai che strada ho fatto per venire qui?”-
-“il viale?”-
-“no, sono passata dal ponte..”-
-“oh, il ponte…”- riesco a strappargli un sorriso, insisto…
-“ ti ricordi? È lì che mi hai baciata la prima volta…”-
-“…si che mi ricordo, come potrei dimenticarlo…”-
-“è strano ma è ancora bello, in un certo senso, passare di lì…infondo non siamo stati così male insieme…eravamo innamorati, ci volevamo bene, non è così?”-
-“certo che è così, sai Giada, ho sentito la tua mancanza, non è giusto non sentirci più…io ti voglio ancora bene, voglio parlarti di nuovo, di tutto…”-
-“mi sei mancato anche tu.”-
e dopo un lungo silenzio mi chiese timidamente:
-“posso abbracciarti?”-
inutile dire che non aspettassi altro che una simile occasione.
Le sue braccia intorno a me, il suo viso sulla mia spalla, il mio sulla sua.
Con una mano gli accarezzo la schiena, con l’altra prendo tra le dita l’affilata lametta che tenevo in borsa. La poso, con gesto sinuoso, stretta tra i denti. Una stilla di sangue si scioglie nella mia bocca. È dolce.
Lo tengo a me, e rapida e decisa, striscio profonda seguendo il suo collo.
Mi stacco a fatica da quell’abbraccio umido e vermiglio. Le sue mani si aggrappano a me. È me che vuole, me e me sola. Glielo si legge negl’occhi.
Mi abbottono il cappotto, metto in tasca la sottile lametta e tiro un po’ su la sciarpa.
Esco tranquilla, i miei tacchi pungono a ritmo l’asfalto. Il cielo è di un blù così intenso che nemmeno sembra più mio. Ripasso dal ponte e questa volta, il brivido sulle mie labbra è più vero. Come sarebbe consono alle brave ragazze, a quest’ora dovrei essere a casa.

lunedì 2 novembre 2009

Sembra più Spiderman il tuo...con o senza mayonnaise?

Radiosa, dinuovo.
Merito della lezione di anatomia particolarmente ben riuscita? non so, in parte, forse...
Diciamo che oggi era la mia giornata fortunata, diciamo che per irripetibile cngiunzione astrale, le posizioni dinamiche che ho riprodotto non erano poi così dissimili dai piccoli marvel-omini a cui facevo riferimento...occasione più unica che rara...ma già a far rientrare il mio bel sorriso in modalità "ghigno depresso" c'è il palesarsi all'orizzonte della lezione di prospettiva...
il Castello Oblio, successivo al Castello Tristezza, è il padrone indiscusso dei miei incubi di questa settimana...la mia incapacità risalta maggiormente accompagnata dalle squadrette;)
L'importante è fare del mio meglio, vero? cioè non importa fare un progetto da geometri, vero? l'importante è l'impegno...vero?
mi hanno detto una cosa...una perla in bilico tra saggezza e malignità pura...mi hanno detto:

-" se non ti prendono per un lavoro appena esci dalla Comics, sai qual'è la frase che ripeterai più spesso???...Lo vuoi con o senza la mayonnaise?"

ah ah ah . inquietante .

piuttosto che profumare di fritto, vado a lavorare in fabbrica, nel settore "spellicinamento pinoli".
mentre compilo il curriculum da spedire a "pinolando" mi do a gli schizzi del mio nuovo personaggino: una bastardissima strega perfida mangiabambini....
ed alla mia nuova serie di donnine xxl...
( bello, leggendo queste due ultime righe sembra che sappia disegnare e che parli di idee e progettini decenti...ahahah, buffo l'inganno di internet!)

lascio un appunto che approfondirò in seguito : Diario di Fiume e altre storie è moltoabbastanzameritevolediesserecompratoenonusatocomezeppaperiltavoloquantoletto!

About Lucca

il non-manga più simpatico di questi giorni...

domenica 1 novembre 2009

Le cose che abbiamo in comune sono quattromilaottocentocinquanta


Quando io dormo... tu dormi
quando io parlo... tu parli
quando io rido... tu ridi
e quando io piango... tu ridi...
troppo bello!

Silvestri a volte mi piace...