venerdì 26 marzo 2010

Buon Compleanno Lalle...

Cuginetta aspirate fotografa...
Son finiti i tempi in cui ci rincorrevamo tra le tende del campeggio chiamandoci in modo strano...
Anche quelli in cui mi chiamavi Duda (meno male) perché non sapevi dire Giulia...
Un casino di cose che abbiamo fatto insieme sono già, più o meno felicemente, passato.
Però, a parte tutto, ora sei qui, bella come il sole, a fare l'innamorata iperdolciosacuoriciosa, e brilli costantemente per la tua assenza in the family.
Ma è ok, alla fin fine ti vogliamo bene così.
Oddio, lo sai che non è certo quello che vorrei io, però come dire...se questo passa il convento ;)
Ti voglio un casino di bene.
Sempre e comunque.
Quindi BuonCompleanno...
e non mangiare troppi dolci...:P

lunedì 22 marzo 2010

Due minuti e sette secondi

Una panchina lungo la via centrale del paese.
L'uomo si siede.
Accende una sigaretta.
Un gesto lento, perfetto. Quasi sacro.
Un respiro profondo. Il fumo brucia nei polmoni che si riempiono.
Lo sguardo è a mezz'aria e, improvvisamente, c'è calma.
Intorno. Dentro. E' silenzio.
Le parole hanno premuto in testa fino al dolore.
Le tempie parevano scoppiargli.
Un turbinio senza sosta.
Una tempesta irragionevole.
Ed ora anche la coscienza tace. E' respiro. E' quasi vita.
Ora c'è di nuovo il tempo, che scorre disteso.
Gli si siede accanto, gli poggia una mano sulla spalla e continua il suo corso.
Ora può di nuovo stare lì e guardare.
Già, nessun vizio è più appropriato del fumo per accompagnare il solo guardare.
Guardare lo snodarsi degl'eventi.
Guardare la signora coi tacchi bassi che cammina in fretta o l'uomo che passeggia e nervosamente stropiccia il giornale...
Solo guardare e forse accorgersi...
Il mozzicone tocca il lastricato.
L'uomo sorride, mette una mano in tasca e riprende il tempo, di qualche passo più avanti.

venerdì 19 marzo 2010

Baciami ancora.



Lei ha tre anni, è esile, silenziosa e sorridente.
Lui ne ha tre e mezzo e, seduto sulla ringhierina dello scivolo di legno, la guarda negl'occhi e le dichiara il suo amore eterno.
Lei sorride e gli prende la mano.
Scivolano giù, sull'erba. Si siedono l'uno di fronte all'altro.
Il loro tenero chiacchiericcio accompagna il vento primaverile delle campagne.

Lei ha un bel visino, è sgamata e fa sempre merenda con le girelle.
Lui è biondo ed ha una sorella che raccoglie conchiglie.
Il sale rimane tra i capelli.
Lui parla un'altra lingua ma le disegna i cuoricini sulla sabbia e questo, per luglio e agosto, è più che sufficiente.



Lei ha cinque anni, fa la capobanda, ha una smodata passione per le barbie.
Lui di anni ne ha sei, ha la bicicletta più veloce del paese e due pezzetti di cielo al posto degl'occhi.
Lei confabula con le sue amiche e da dietro un cespuglio spunta lui, che la prende deciso per mano e dice a gran voce " questa è la mia fidanzata".
Lei lo guarda. Ride.
Lui le da una margheritina striminzita. Lei ricambia con un bacino schioccante sulla guancia.
Sopra la bicicletta, poi, c'era sempre una barbie.

Lei mette il grembiulino per la prima volta ed è più piccola di tutti.
Lui ha le scarpe lucide e gioca con le spade.
E mentre lei hai i capelli più lunghi di tutti, lui li porta corti e tagliati con la scodella.
Intenso. Burrascoso. Malricambiato. Troppo lungo.

Lei ha quindici anni e crede di capire il mondo. L'ideale e la verità sono comunque le carte vincenti.
Lui ha diciassette anni e la testa che pesa sulle spalle.
Lui la guardava spesso. Lei non era abbastanza emancipata.
Il Platonismo li mietette. Non senza sofferenze.

Lei si veste dei regali di Natale e non sa pattinare.
Lui è classico. Tradizionale.
Quel capodanno, bere, non fu necessario.

Lei balla.
Lui parla.
La musica è giusta.
La serata è strana e la proposta indecente.
Affinità benedetta persino dal turista solitario.

Lei ha diciotto anni. E' sorridente, ha un bel visino, fa la capobanda, ha i capelli lunghi, sa che la verità è la carta vincente e non sa comunque pattinare.
Ha tanti gatti e disegna.
Lui non ha capito.


lunedì 15 marzo 2010

Gud: Malamoreno



















Sarà pure tanto allegra da parere cartoonesca.
Sarà eccessivamente retrò.
Sarà quello che vi pare.
Però è vera.
Elementare. In due parole spiega perché mi brillano ancora gli occhi.

chiedo perdono per PS impropriamente utilizzato.


"ma l’amore, ma l’amore può
far tornare a sorridere ancora
imboccare una strada sicura
sì l’amore, sì l’amore può
e se scoppia in un attimo il sole
tutto quanto potrebbe finire
ma l’amore, ma l’amore no
anche i prati rinunciano ai fiori
perchè i fiori hanno perso i colori
ma l’amore, ma l’amore no
ma l’amore, ma l’amore..."

lunedì 8 marzo 2010

Odio lo sfumino. ODIO.







da "Cento sonetti d'amore"

Oggi non ho voglia di scrivere.
La giornata è volta all'insegna del disegno e delle scansioni, visto che è stato riesumato uno scanner superfigo del quale mi sono loscamente appropriata.
Però, visto che le sei di questa mattina mi hanno trovata sveglia e riflessiva, riporto le righe che mi hanno fatto compagnia, al solito, grazie Pablo.



Sete di te m'incalza

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.


Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.


Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.


XLIV sonetto

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.


Nuda sei semplice

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.



Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

venerdì 5 marzo 2010

e poi

Lo stile di vita da drogata di psicofarmaci non fa per me.
Mi fa sentire un po' troppo in contatto col mio lato sociopatico. Meglio evitare quel lato...
Quindi perchè inventarsi stronzate letterarie.
Come tutti, come tutte, sono qui ad ascoltare canzoni melodiche, un po' rock, dal dubbio gusto, e, come di copione, la cioccolata è accanto a me ed ogni cucchiaino, che è sempre l'ultimo, accompagna un ricordo diverso, che fa male in un punto diverso, ed ogni cucchiaino, si rivela essere, non mai l'ultimo.
Perchè è facile, facilissimo, ritirar fuori solo le cose belle, una parte di me proietta in continuazione, passati attimi strappalacrime. Ma il presente qual'è?
Un bacio sulla guancia, le mie cose nel corridoio dell'ingresso.
Un viso vuoto. Parole stonate.
Nessuna scusa pronunciata. Nessuno a combattere per quell'amore.
Solo due paia d'occhi a guardarlo morire, agonizzante tra le implorazioni e l'espressione terrorizzata e consapevole del fatto che, questa volta, nessuno lo aiuterà a tornare in vita.
Povero Amore. E' stato così buono con me...
Certo, non sempre, ma spesso...
Sarebbe stato bello un finale diverso. Ma non siamo al cinema e a volte non funziona come tra i sognanti portagonisti Disney...
Però sopravvivono tutti. Non mi aspetta certo la fine di Ann Boleyn. Posso stare tranquilla.
Andrà tutto bene. E questa patina che avvolge il mio cuoricino lacrimoso, si scioglierà, come ha sempre fatto.
L'ego un po' smaccato. Il costante pensiero " per me, per me che sono io, davvero non potevi far altro che questo...?"
ed il suo contrario " per te, te che sei proprio te, davvero non potevo far altro che questo..?"
La mia risposta la conosco, ma questa volta volevo un passo verso di me.
Un passo che non è stato fatto.
e mi rendo conto che, svuotando tutto il contenuto degl'sms, il mio cellulare rosa, pesa almeno 21 grammi meno...
buffo...
basta.
sfogherò le mie tristezze nell'unica cosa che mi va di fare, l'hobby da sabato pomeriggio.



Tanto per...

NON E' STATA COLPA MIA.
E' LO SFUMINO CHE AD UN CERTO PUNTO HA SMESSO DI FUNZIONARE.
O.
ECCO.


giovedì 4 marzo 2010

Citazioni.

" Se permetti, le cose che faccio io sono più impegnative e serie dei tuoi disegnini del cazzo"

ma questo non è amore?

lunedì 1 marzo 2010

"If you believe in love at first sight, you never stop looking"

Il cane teneva stretto tra i denti un brandello di carne.
Un brandello costatogli strenua fatica.
Lontano dagl'altri affamati animali, il cane andò verso il fiume cercando riposo.
Giunto alla sponda, sul punto di accucciarsi notò qualcosa che attirò la sua attenzione.
Un altro cane, stava sotto di lui e teneva tra i denti, stretto, un altro brandello di carne.
Un attimo. Una mossa. Il brandello scivolò via seguendo la corrente.

A questo ho pensato negl'ultimi giorni.
Alla morale di questa storia...e c'è qualcosa che, di fatto, non torna.
"chi troppo vuole nulla stringe" dicono.
Ma chi decide cosa sia "troppo"?
Cos'è il troppo rispetto alla domanda infinita del cuore dell'uomo?
Forse non si è pienamente consapevoli del valore delle nostre prioprietà finchè esse non ci vengano strappate via o vengano, improvvisamente, a mancare...?
Sono veramente vere queste parole?
Non si mette in gioco niente se non si è sicuri di ottenere di più, di meglio...?
Non si rischia...?
Sono giunta alla conclusione che il cane in questione sia un po' farlocco ma che le sue esigenze siano state quanto di più umanamente giusto si possa ritenere.
Però non ho ancora colto il senso del mio vivere...
Meglio votarsi al mantenimento della bistecca? magari in freezer?