sabato 21 agosto 2010

Intrasportabile. Ineluttabile.

Dannazione.
Lo giuro, mi odio.
Non sono autoinconsapevole, mi rendo conto di non essere ciò che tu dici sia esser normale.
Ok, ora mi siedo e ci rifletto sopra. Poi deciderò sul da farsi.

-Giulia, non ti avrei detto niente ma così non ce la fai nemmeno con la tracolla.Pesa veramente troppo.
Mi dici a che ti serve questo quadernetto rosso?!-

-Quello è importantissimo, ci sono gli incisi che mi vengono in mente, le frasi a effetto, quelle parole che compaiono così, per caso, e che sai che saranno perfette in bocca all'ultimo uomo a matita che c'è proprio in quello sketchbook che tieni in mano adesso...-

-Questo qui blù? Ecco ma qui ce n'è un'altro nero, tolgo?-

-No, stai scherzando? Quello nero è per gli schizzi dal vivo, è fondamentale, senza quello puoi pure buttare via tutto il resto e chiudermi in una clinica per poveri sperduti. Quello è l'unica cosa che mi tiene gli occhi sulla realtà. Quello è la mia salvezza umana.-

-D'accordo...
e questo bianco?
e questo verde?
e questi altri tre blu?
Oddio. E questa sottospecie di Bibbia nella tasca esterna?-

- Cos'è, in fin dei conti, una lussazione alla spalla... tanto mica mi serve la manca.-

lunedì 9 agosto 2010

Buon giorno...

Affondò dolce, la testa nel cuscino bianco. Poi aprì gli occhi.
Il viso disteso, i capelli scomposti. Aspetto rilassato e selvaggio.
Si tirò su mollemente.
Si riadagiò qualche istante dopo e tirò un respiro profondo.
La luce del sole filtrava, sottile, dalle fessure delle serrande.
Si girava piano nel letto, come per sentirsi avvolta dall'abbraccio di una nuova giornata.
I vestiti erano ancora sparsi per la camera da letto.
Tutti secondo il percorso passionale della notte prima.
La sua biancheria, posata sul comodino, le strappò il primo sorriso della giornata...
Poi un rumore dolce e metallico, ed il profumo del caffé riempì, a poco a poco, quella stanza già piena di mattina.
Per quanto la notte sia magica, intrigante, onirica, fascinosa, oscura ed attraente, niente è migliore del risveglio, il mattino dopo.

domenica 8 agosto 2010

Il bianco è anche una specie di nero. Ludwig Wittgenstein



Bianco.

"Giulia, questo disegno non è finito, devi colorarlo meglio..."
"no. E' finito. Il muro è bianco, le nuvole sono bianche...se qui c'è solo un muro e un cielo nuvoloso non è colpa mia. E poi non mi piace colorare le fotocopie.
E' da bambini stupidi."

Quello era il tempo in cui lui, il bianco, era soltanto un riempimento comodo...
un modo semplice di non stancare il mio esile esile polso.

Però è stato bravo. Ha fatto un buon lavoro.
E' stato calmo, disteso, paziente.
E' tornato a spiegarmi chi era quando ero pronta ad accoglierlo...
E perciò si merita tutto il mio amore.
I love W